Il dilemma del consenso in un episodio di violenza sessuale suscita dibattiti legali e sociali, la richiesta del pm sulla ragazza violentata.
Una ragazza ventenne ha denunciato un episodio di stupro avvenuto all’alba del 21 giugno in una paninoteca di Torino. Il pubblico ministero ha proposto l’archiviazione del caso, sostenendo che il rifiuto della giovane non fosse stato sufficientemente esplicito. La difesa, però, si oppone fermamente a questa interpretazione, affermando che la ragazza aveva chiaramente espresso il suo diniego.
Cronaca di una notte di terrore
La vittima, dopo una serata in discoteca, si era ritrovata in compagnia di due conoscenti. Durante il tragitto in auto verso casa, uno dei ragazzi, un 26enne, avrebbe iniziato a fare avances, che la ragazza ha respinto. Successivamente, il gruppo ha deciso di fermarsi in una paninoteca, dove si è verificato l’assalto.
L’assenza dell’amica, allontanatasi momentaneamente con uno dei ragazzi, lasciò la giovane sola con l’altro. In uno stato di alterazione dovuto all’alcool, lei si trovò incapace di difendersi dall’aggressione. La vittima ha descritto in dettaglio alla polizia le circostanze traumatiche dell’evento, evidenziando la sua incapacità di reagire e il dolore fisico e psicologico subito.
Interrogativi sulla percezione del consenso
La Procura ha sollevato dubbi sulla chiarezza del rifiuto della ragazza, in particolare per lo stato di ebbrezza e per il comportamento precedente all’evento, come l’accettazione di andare a mangiare con l’indagato. Questa interpretazione ha sollevato questioni importanti riguardo alla percezione e all’importanza del consenso in contesti simili.
L’avvocatessa Raffaela Carena, rappresentante della giovane, ha criticato aspramente la richiesta di archiviazione, sottolineando come il ‘no’ espresso dalla ragazza sia stato ignorato. Secondo Carena, l’interpretazione della Procura è intrisa di pregiudizi e concezioni sul consenso, particolarmente in situazioni dove l’alcol è coinvolto.
Ora spetta alla giudice Manuela Accurso Tagano valutare le argomentazioni e decidere se procedere con il processo o accogliere la richiesta di archiviazione della Procura. La decisione, attesa con ansia, rappresenterà un importante precedente nel contesto giuridico italiano riguardo alla valutazione del consenso in casi di violenza sessuale.